ASL ROMAGNA

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Ottobre 31 00:18 2017 Stampa articolo

Riceviamo e pubblichiamo: 

Sono già passati alcuni anni dalla nascita dell’Asl Unica Romagna, quanto è stato fatto per la reale fusione delle ex Asl di Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna che la compongono? A che punto siamo con la riorganizzazione degli uffici e del personale? Sembra che i risultati raggiunti sinora non siano propriamente quelli che sarebbe lecito attendersi da una fusione, accorpando le 4 ex Asl, le cariche dirigenziali sarebbero dovute diminuire in maniera drastica, siamo certi che questo sia realmente avvenuto? Stiamo veramente spendendo meno rispetto a quando avevamo 4 Asl grazie ad una riorganizzazione strutturale ed organizzativa? Sinora si è sentito parlare solo di tagli a posti letto, reparti e servizi…

In un progetto di fusione serio dovrebbe essere previsto un iter da seguire con delle tempistiche  certe, l’impressione è che si stia navigando a vista, quali forme di controllo sono state messe in campo al fine di verificare periodicamente lo stato di attuazione del programma di fusione?

Visto che sinora si è sentito parlare ben poco di risparmi, sarebbe bene che l’Asl spiegasse quali azioni siano state messe in atto al fine di contenere la spesa sanitaria visto che le uniche informazioni inerenti il contenimento dei costi della sanità riguardano la riorganizzazione dei piccoli ospedali che rischiano di essere trasformati in ospedali di comunità o il taglio dei posti letto.

Assurdo pensare di smantellare reparti o ridurre servizi e prestazioni nei piccoli ospedali per concentrare il tutto in quelli più grandi, anche se si tratta di piccole strutture ospedaliere, molto spesso hanno un bacino di utenza piuttosto ampio ed in taluni casi rappresentano un presidio sanitario irrinunciabile per le aree più svantaggiate come quelle montane.

Si può parlare di Asl Unica? Possibile che a più di tre anni dalla fusione le 4  ex Asl non siano ancora in rete tra loro? Possibile che il protocollo di intervento delle strutture sanitarie non siano ancora uniformati tra loro? Possibile che per ridurre le lunghe liste di attesa per esami quali radiografie, Tac, ecografie, risonanze magnetiche ed altre visite specialistiche si sia scelto principalmente la strada della responsabilizzazione degli utenti? Per chi non lo sapesse, nel caso in cui un paziente non dovesse comunicare per tempo la disdetta per un esame prenotato dovrà comunque pagare la prestazione sanitaria, una scelta condivisibile ed utile ad accorciare le liste d’attesa, ma d’altra parte, quale impegno si è presa l’Asl nei confronti dell’utenza? Al fine di ridurre al minimo le liste d’attesa perché non si fanno lavorare appieno i reparti ampliando l’orario di apertura? Altrove i reparti funzionano 24 ore su 24 …

Forse dovremmo ricordarci che l’Asl non è un azienda come le altre, tra gli obbiettivi da perseguire al primo posto dovrebbe esserci la salute e l’interesse del paziente, obbiettivi che non andrebbero mai messi in subordine a ragioni economiche.

La fusione delle Asl, che la Regione ha deciso di sperimentare sulla Romagna, ha senso se permette di offrire servizi migliori ottimizzando i costi, ma per far questo occorre accorpare tutto ciò che possiamo definire di back office, eliminando i doppioni, migliorando i servizi rivolti agli utenti e riducendo al minimo le liste d’attesa.

Loris Dall’Acqua   Poggio Torriana (Rimini)

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