Forum per il centro storico di Santarcangelo. Per un paese al contempo vivace e sereno.

da La Redazione | 27 Novembre 2015 21:23

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di un partecipante al Forum tra residenti, titolari di pubblici esercizi e rappresentanti delle associazioni di categoria avente come tema: Percorso partecipato per il centro storico di Santarcangelo.

Una valida iniziativa dell’Amministrazione comunale di Santarcangelo è stata certamente quella di indire un forum in cui residenti, rappresentanti dei partiti, delle organizzazioni del commercio e dei lavoratori dipendenti si incontrassero insieme ai tecnici del Comune per delineare linee di miglior funzionamento e sviluppo del Centro storico del nostro paese (l’appellativo di “città” è esagerato, nemmeno Rimini o Forlì sono città ma paesoni).

Pur nell’emergere di una certa tensione tra commercianti che chiedono ampia agibilità degli spazi e dei tempi e residenti i quali, comprensibilmente, si preoccupano di poter dormire la notte, anche se invero il loro principale problema è di altro genere, è quello dei furti in appartamento, depenalizzati di fatto da una legislazione troppo indulgente. Nel complesso l’atmosfera è stata costruttiva e potrà derivarne un buon progetto per gli anni venturi per cui Santarcangelo possa continuare a essere un paese al contempo vivace e sereno.

Io ho sostenuto nella riunione conclusiva i seguenti concetti, derivanti anche dal fatto che nel mio lavoro di ispettore scolastico ho girato l’Italia in lungo in largo e visto paesi e città prosperare o decadere anche per effetto di scelte sbagliate degli organismi comunali o comunque dei paesi/città intorno ai loro centri storici. I luoghi che hanno migliorato la situazione (e non solo quella dei loro centri) presentavano le seguenti caratteristiche.

Un paese vivo, prospero e sereno è quello che ha un centro storico vivo: un centro storico valido è quello che sa essere punto di irradiazione e di convergenza di flussi ideali ed economici, materiali e immateriali.
Sa di avere una storia, una identità e uno stile di convivenza; i loro cittadini li avvertono profondamente e tendono a conservarli nella consapevolezza che questa coscienza declinerebbe se un giusto tasso di rinnovamento e una continuità di iniziative culturali e ricreative legate al territorio non la tenesse in vita.

Attività commerciali vivaci ma ordinate secondo legge e soggette realmente a giusta e ineludibile tassazione, in un clima di sicurezza reale e percepita sono vitali perchè un paese sia prospero. Non è concepibile che vigili urbani e finanzieri siano aggrediti spesso verbalmente e talvolta fisicamente da venditori abusivi.

Una migrazione contenuta può essere occasione di arricchimento culturale ma migrazioni caotiche pongono una questione decisiva per la prosperità e il benessere dei cittadini, suscitano conflitti. Tra case popolari quasi inaccessibili agli indigeni, affitti in case del centro che solo gruppi di venti persone possono pagare (almeno per qualche mese, poi chi li manda via?) e sussidi riservati, sta succedendo a Santarcangelo quel che è successo ormai da un decennio a Savignano come a Bologna e in tutta l’Emilia con particolare gravità a Modena. I centri vengono occupati dagli immigrati, gli indigeni si rinserrano come possono.

Politiche culturali e demografiche intelligenti (non di cattiva retorica ma che toccano la radice degli eventi), amore per la propria terra, disponibilità di tutti verso chiunque mostri rispetto per le leggi possono continuare a fare di Santarcangelo un paese felice, in centro come in periferia.

Gabriele Boselli, Santarcangelo di Romagna

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